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Megamamma Puericultura e cura del neonato BABYWEARING ED ESOGESTAZIONE – il tempo prezioso nell’utero esterno

BABYWEARING ED ESOGESTAZIONE – il tempo prezioso nell’utero esterno

La nascita di un bambino è costituita dal passaggio dal pancione della mamma al mondo esterno che va reso quanto più possibile naturale e delicato. La fascia porta bebè è – come vedremo – uno strumento che rende l’ingresso del piccolo nel mondo più soft e meno brusco, creando un continuum tra “endo” ed “eso” gestazione.

Endogestazione ed esogestazione

Il tempo che il bambino trascorre all’interno dell’utero materno prende il nome di endogestazione (dal latino portare dentro). Come è noto è proprio nell’utero che il piccolo inizia e completa il suo sviluppo, che gli permette di venire al mondo. Questi 9 mesi però non sono sufficienti per una maturazione completa e il neonato alla nascita è tutt’altro che autonomo. Per un lungo periodo, il cucciolo della specie umana è di fatto estremamente dipendente dal genitore che si occupa di lui, senza il quale non potrebbe sopravvivere. Si stima che siano necessari almeno altri 9 mesi fuori dall’utero materno per completare lo sviluppo che trasforma il neonato in un bambino piccolo, che seppure ancora dipendente dai grandi, è più autonomo sia dal punto di vista fisico che comportamentale e psicologico. Questi 9 mesi vengono chiamati esogestazione (dal latino portare fuori).

Dalla pancia al cuore

La fascia porta bebè porta il neonato in una condizione vicinissima a quanto accadeva nel pancione riproducendo un clima ovattato, simile a quello all’interno della pancia per tanti importanti motivi.

Contenimento

Il tessuto della fascia è capace di sostenere perfettamente il bambino in modo confortevole. Lo spazio all’interno della fascia è ridotto, e questo dona al piccolo un senso di sicurezza, lo fa sentire “contenuto” in un abbraccio, un po’ come accadeva durante la gravidanza.

Movimento

I movimenti della mamma o del papà che portano il bimbo in fascia è molto simile al movimento costante che il piccolo avvertiva nel pancione ad ogni spostamento.

Contatto, odore, suoni noti

Il contatto con il petto del genitore gli permette di ascoltare il suo battito cardiaco, la sua voce, l’odore: tutti elementi che sono per lui importanti punti di riferimento, in grado di trasmettergli sicurezza e pace. I rumori esterni e nuovi per lui, così come le luci o gli odori troppo forti sono filtrati dalla fascia, ancora una volta come avveniva nella vita intrauterina.

Termoregolazione

Il corpo del neonato non ha ancora la capacità di produrre, conservare e disperdere calore. Per questo ha bisogno di stare a contatto con il corpo del genitore per trovare la sua giusta temperatura. La fascia porta bebè offre un microclima ottimale che facilita questo processo.

Per mamma e papà

Anche per la mamma sarà piacevole e dolce ritrovare una condizione diversa ma simile alla gravidanza. Poter stringere il bambino a sé all’interno della fascia porta bebè, conoscerlo e riconoscerlo, ritrovare i suoi movimenti anche fuori dal pancione.

Portando in braccio o in fascia il piccolo, anche il papà farà esperienza di contatto diretto con il piccolo, sperimentando sensazioni molto simili a quelle vissute dalla compagna durante la gravidanza.

Tutti questi elementi contribuiscono a soddisfare gran parte dei bisogni del piccolo e di tutta la famiglia nascente. L’ingresso in questo mondo pieno di novità avverrà in un tempo morbido, in cui ciascuna esperienza è filtrata dalla fascia e dal contatto sicuro con mamma e papà.

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